l’iniqua società dell’azzardo
5 Maggio 2016

Il seguente articolo introduce al problema del gioco d’azzardo patologico e presenta la matematica come un possibile vaccino, se interessato alla conferenza-spettacolo la si trova qui: L’AZZARDO DEL GIOCOLIERE
L’iniqua società dell’azzardo
“Non puoi battere un tavolo da roulette, a meno che non rubi soldi da questo” – A. Einstein
“Il gioco d’azzardo è il miglior modo di ottenere nulla da qualcosa” – Wilson Mizner
Vorrei premettere che quanto segue non vuole essere un giudizio o una presa di posizione sulle scelte politiche dei governi che si sono via via succeduti, ma una mera constatazione dedotta da un elenco di dati oggettivi: sono storia. La nostra storia.
Nel 1992 l’Italia era a rischio default. Rischio che fu fronteggiato con il prelievo forzoso sui conti correnti, l’aumento del tasso di sconto, la svalutazione della lira. Il giorno dopo, la necessità principale divenne reperire nuove entrate per l’erario! Fu così che il Gioco d’Azzardo fu “promosso”: da comportamento disdicevole, rischio per l’ordine sociale, disvalore passò ad essere fonte importante per le casse dello stato! Pensate che prima era permesso in forme limitatissime: sette e mezzo, bestia, lotto, lotteria nazionale. Ed anche i pochi casinò esistenti non permettevano ai residenti del comune di appartenenza di entrare.
Vietato (ma tollerato) dal diritto romano diventò così possibilità di lucro da parte dello stato… ciò che risultò inaspettato (?) fu l’interazione con il modello liberista!
La “gestione creativa” dei conti pubblici portò così in poco tempo a lotterie istantanee, estrazioni del lotto tri-settimanali, super premi (come il super lotto), video-lottery, … e il PIL italiano, nonostante fosse lo stesso nel 2013 che nel 2001, vide passare il contributo dell’industria dell’azzardo dall’1,6% al 6,5%. Un boom di fatturato (dai 18 miliardi di euro del 2003 agli 89 miliardi del 2013) che non comportò però un eguale incremento delle entrate per le casse dello stato (la tassazione sull’utile passò infatti dal 30% del 2004 a meno del 9% del 2013).
Ma se fosse tutto qui non sarebbe una storia così malvagia (nonostante il lavoro sia tassato mediamente intorno al 40%). I problemi furono la socializzazione dei costi (con ricavi privati!), lo sviluppo di un mercato oligopolistico e, soprattutto, la nascita di una società squilibrata e autolesionista. Una società in cui si confondono lecito e illecito, legale ed illegale, controllato ed incontrollato, normale e trasgressivo, disprezzato e valorizzato, pubblico e privato. Perché? Perché date la partecipazione popolare e la non gradazione delle imposte, queste ultime colpiscono maggiormente le fasce più deboli e meno abbienti. E perché nell’industria dell’azzardo trova profitto il crimine organizzato: con il gioco è facile riciclare, barare e ottenere autorizzazioni e la capillarità ne rende praticamente impossibile il controllo. E poi è più redditizio prendere poco da molti che viceversa ed è facile concedere prestiti a tasso di usura. Senza contare lo sviluppo delle malattie patologiche correlate: le ludopatie. Perché, una volta “piantato il seme della gramigna che è l’azzardo”, questo ha trovato, nell’uomo, terreno più che fertile per crescere, attecchire, soffocare.
L’uomo ha sempre avuto paura del disordine e dell’imprevedibile, specchio della morte, mentre ha sempre trovato un vantaggio evolutivo nel rilevare somiglianze, sequenze, regolarità: è una macchina costruita per trovar relazioni. L’uomo tende a cogliere ”forme” anche se sono solo illusioni o proiezioni di desideri ed aspettative (si pensi per esempio al test proiettivo con le macchie di Rorschach). Lo stesso atto creativo è visto come un tentativo di “mettere ordine”. L’amore per il Gioco d’Azzardo è figlio di questa “divinazione”: una attività adulta che si confonde col gioco di un bambino, una scommessa dove si mettono a repentaglio “valori” per ottenere “vantaggi”, un mezzo per raggiungere la realizzazione, se non, almeno, l’eccitamento, il tentativo di sfidare il Destino e cambiare la propria vita.
Ora lo stato italiano è nella “sfortunata situazione” di aver più problemi che benefici dall’industria dell’azzardo, ma di non potere (anche volendo) fare a meno dei suoi introiti (almeno tutto in una volta) anche solo per evitare di favorire lo sviluppo di un mercato nero e del gioco illegale… la domanda da un milione di dollari quindi è: cosa possiamo fare?
Recenti dati OSCE dimostrano come:
- atteggiamenti e cognizioni siano importanti fattori di rischio/protezione,
- l’errata percezione dei fenomeni (la convinzione che eventi del passato influenzino il futuro, la percezione delle quasi vittorie come vittorie, …) implichi un cattivo approccio al gioco,
- l’apparire della (quasi impossibile) vincita come una “reale” opportunità di cambiare la propria vita getti discredito sull’idea che, per costruire il proprio futuro, servano studio e lavoro,
- l’essere caratterizzato dalla mancata richiesta di abilità particolari del gioco d’azzardo ne aumenti l’appeal, ma soprattutto come, entro il 2%, la spesa in Gioco d’Azzardo è correlata negativamente alla cultura scientifica. Dati che, puliti da altre correlazioni (tipo lo sviluppo di internet o dei nuovi media), evidenziano come su tutte faccia da regina la cultura matematica.
Da tutto ciò si evince che una delle cause principali del diffondersi del Gioco d’Azzardo a livello Patologico sia proprio l’analfabetismo matematico.
Ecco quindi (parte de) la risposta: mettere limiti sempre più stringenti a concessioni e pubblicità affrontando parallelamente, a scuola, il calcolo della probabilità applicato alla teoria dei giochi. Dedicandoci quindi tempo ed energie, dividendo il programma in più anni così che la ripetizione degli appresi ne aumenti la profondità della comprensione, introducendo insieme al teorema dei grandi numeri i concetti di payout e vincita media, sviscerando con esempi concreti il potere predittivo degli strumenti matematici.
E in questo siamo coinvolti tutti: insegnanti, genitori, cittadini, politici. Io, nel mio piccolo, faccio la mia parte con questo corso d’aggiornamento per docenti e, soprattutto, con queste due conferenze-spettacolo: L’azzardo del giocoliere e Il metodo infallibile. Buon lavoro a tutti.
…dimenticavo! Gli stessi argomenti sono trattati anche in questo libro: La legge del perdente edizioni Dedalo!
Breve bibliografia:
- Dossier Azzardopoli – Libera 2012
- Strategie di prevenzione del gioco d’azzardo patologico tra gli adolescenti in Italia – Daniela Capitanucci
- Thinking, fast and slow – Daniel Kahneman
- Manuale sul gioco d’azzardo – Bellio e M. Croce, Franco Angeli ed.
- Cultura scientifica e comportamento economico: quanto ci costa il gioco d’azzardo? – P. Contucci, UNIBO
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3 commenti
Monica
Ero al XXX convegno incontri con la matematica, sta per iniziare la pausa pranzo e come fuori programma annunciano uno spettacolo di giocoleria. Mi domando: cosa c’entra la giocoleria con la matematica?? Sono troppo curiosa per andare via e attendo l’inizio dello spettacolo pensando che se poi mi annoio o non mi piace andrò a mangiare. Inizia lo spettacolo: ah è un giocoliere che piano piano si trasforma in un attore che con fare travolgente e incalzante mi tiene legata lì allo spettacolo. Vengo letteralmente rapita e affascinata e dopo poco mi rendo conto che senza accorgermi quel divertente attore si è trasformato in un rigoroso professore e sta tenendo una lezione di matematica, la più divertente della mia vita, sul gioco d’azzardo… parla di probabilità, di rischio, di teoria dei grandi numeri per darmi infine una assaggio di felità tornando a fare il giocoliere e chiudendo il cerchio. Mi vengono i brividi mentre vedo roteare il diablo e lo vedo salire lungo il filo verticale,
mi ha stregata… non ho mai visto nulla di simile: GRAZIE per le emozioni e i sorrisi che mi hai regalato!! Non me ne vogliano gli illustri matematici, ma è stato il seminario più interessante di tutto il convegno!!!
federico benuzzi
grazie a te (visto che siamo colleghi passo al tu..).
felicissimo di queste parole, ma soprattutto di come ti sia arrivata la “matematica”…
è fondamentale, per me, che divulgazione non sia banalizzazione.
se si parla di matematica, ci deve essere della matematica.
sembra scontato, ma non lo è..
e felice che tutto sia passato in modo così chiaro. almeno a te.
grazie ancora, fb
annaletizia
Ho visto questo spettacolo qualche giorno fa, durante il convegno “Incontri con la Matematica” a Castel San Pietro Terme.
Vorrei riuscire ad esprimere a parole le emozioni che mi hai dato. Ho trovato il tuo spettacolo bellissimo, innanzitutto perché la matematica non è posticcia, come spesso accade a mio parere in tanti, infelici tentativi di divulgare questa scienza. Nel tuo spettacolo la matematica è protagonista assoluta, divertente, ironica e acuta, mai noiosa.
E poi…finalmente…matematica, umanità e sentimenti vanno di pari passo, a dimostrazione del fatto che anche (e soprattutto) un uomo di scienza può ospitare riserve enormi di sensibilità e umanità.
Il tuo spettacolo ha in sé messaggi bellissimi: la speranza, l’uso accorto del tempo, la ricerca della felicità.
Non ho potuto fare a meno di pensare ai miei studenti, perché io insegno a studenti “atipici”, in carcere, I miei studenti sono adulti e detenuti. Ho pensato agli interrogativi che si pongono e che mi pongono e che nella tua performance troverebbero importanti spunti di riflessione.
Grazie