Incipit di una lezione

Incipit di una lezione

I ragazzi non si alzano al mio ingresso. Non solo non lo chiedo – credo che il rispetto si misuri con altro, per esempio con il guardarsi negli occhi, riconoscersi, salutarsi – ma se per caso qualcuno si alza non sono certo io a dirgli di sedersi. Comunque nessuno mai è rimasto in piedi da solo più di 5 minuti…

“Prof, l’esercizio per casa…”. La ragazza si blocca prima di finire la frase. È un tipo esuberante, partecipe, solare e le piace studiare, la sua domanda, quindi, normale. Ma ci sono regole su cui non transigo e il mio sguardo fintamente corrucciato deve averglielo ricordato.

“Buongiorno”, faccio io. “Buongiorno” risponde la classe in coro.

“Come va?”.

“Bene grazie, e lei?”.

“Bene. Qualcuno mi racconta qualcosa?”. Questo siparietto apre ogni mia lezione, penso da sempre. Dedico i primi minuti – 2, 3 al massimo – alla condivisione. La scuola è un percorso da fare insieme. Se non ci si conosce e riconosce, se non si condivide, diventa impossibile farlo. Almeno per me. Nel senso, non ho mai avuto problemi a tenere una classe, e credo che questo momento sia uno degli ingredienti fondamentali che permette il sereno lavorare. Non un ingrediente magico, buono per tutti. Ma momento essenziale per me, per il mio essere docente.

Al “qualcuno mi racconta qualcosa”, negli anni, hanno risposto in tutti i modi possibili! Dal cane che ha inaugurato un divano nuovo, al fratellino ultimo arrivato che tiene sveglia la famiglia tutta notte, dalle vacanze estive in posti che mai, alla loro età, avrei anche solo minimamente sognato, alla ragazza che confida di aver rivisto quel tipo, sull’autobus, e che lui le ha sorriso. Sono quindi pronto ad accogliere qualsiasi proposta, viverla col gruppo, per poi cominciare a lavorare assieme. Ma questa volta so perfettamente dove voglio andare a parare e non aspetto per molto loro proposte.

“Leggete i quotidiani?”, il no generale, diffuso e condiviso, non mi stupisce, anche se un po’ mi delude. Un isolato “purtroppo no”, invece, strappa la mia risata! “Purtroppo? Cioè, vorrei tanto ma me lo impedisco?”, chiedo io non facendo nulla per trattenere il sorriso. “Purtroppo sono pigra”, la risposta per me inattesa. La pigrizia come un male ineluttabile mi spiazza. Vorrei riflettere un po’ su cosa vuol dire autodeterminarsi, sulla forza di volontà, sul ciò che siamo, come ci percepiamo, come potremmo essere, ma ho un altro obiettivo, oggi.

“Io leggo il giornale da quando avevo la vostra età. Dallo scoppio della prima Guerra del Golfo. L’irrompere di notiziari pieni di esplosioni, caccia, missili, bollettini di guerra mi colpì molto ed è da allora che ho cominciato a informarmi con regolarità… pensate, scelgo il bar dove prendere il caffè in base a se ha o non ha quotidiani. E quali… Credo non sia divertente. Credo non sia facile. So che è un sacrificio. Ma è un dovere che abbiamo, che avete. Tra non molto voterete e fidarsi di un politico per pura simpatia è troppo azzardato! Senza contare che la politica, nazionale e internazionale, è talmente complessa che servono anni per, non dico capirla, ma almeno orientarsi. Se volete essere cittadini consapevoli dovete iniziare ad informarvi…”. Li guardo negli occhi, uno a uno, con la paura che, con questo pistolotto che non avevo preventivato, possa averli persi. A parte uno che guarda fuori dalla finestra, ma lo fa sempre, e una che disegna, ma è il suo modo per concentrarsi, gli altri sono con me. Seguono presenti. Posso arrivare al dunque.

“Stamattina ho letto un artico interessante. Sembra che con 60, 70 like al massimo su un qualche social possano capire se siamo maschi o femmine, che età abbiamo, il nostro orientamento sessuale, per chi abbiamo votato, se siamo pro o contro migranti, se aspettiamo un figlio… insomma, riescono, con meno di nostri 100 click, a conoscerci meglio di nostra madre”. Aspetto per vedere se hanno inteso e che effetto fa. “Sembra che questi dati non siano in vendita per il singolo, ma possano essere venduti in pacchetti. Insomma, qualcuno potrebbe inviarvi pubblicità o informazioni selezionate per spingervi a comprare… o a votare”.

“Potrebbero quindi influenzare le elezioni?” e dopo questo più interventi che sottolineano quanto la cosa li colpisca. E di questo sono felice.

“Potrebbero influenzare l’opinione pubblica. Condizionarla. Forse lo hanno fatto… Forse lo faranno. Capite? È un pericolo, per una democrazia. Ora ho una domanda, per voi: cosa possiamo fare per essere pronti? Quale la risposta? Dove gli anticorpi?”.

“Informandoci!” propone una ragazza.

“Si, anche. E facendolo continuamente da più fonti, solo così funziona. Ma non c’è altro? Dove trovare gli anticorpi?”.

“A scuola”. “Studiando”. Le voci si moltiplicano. Sorrido. E non appena riprendo a parlare tutti, senza proferir parola, prendono quaderno e penna e iniziano a scrivere.

“Si definisce parabola il luogo geometrico dei punti… “.

 

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4 thoughts on “Incipit di una lezione”

  1. infatti per me che vivo all’estero negli anni sono riuscita a costruirmi una bacheca facebook che mi fa da rassegna stampa con testate italiane e straniere per quello che posso leggerle. Non so se con i social che i ragazzini preferiscono si possa fare lo stesso, ho un figlio su Instagram e uno che preferisce le piattaforme di gioco per interagire. E non so come loro si informano. Ma qualcosa evidentemente seguono visto che su molte notizie di cronaca sono informati prima di me. Mi piace molto come ti gestisci l’ inizio delle lezioni chiederò ai miei se qualche loro insegnante ha anche un rituale

  2. All work and no play makes Jack a dull boy. All work and no play makes Jack a dull boy. All work and no play makes Jack a dull boy. All work and no play makes Jack a dull boy. All work and no play makes Jack a dull boy. All work and no play makes Jack a dull boy. All work and no play makes Jack a dull boy. All work and no play makes Jack a dull boy. ;-)
    Dopo questo -anzi- prima, la mia attenzione è attirata da quel: “Purtroppo sono pigra”.
    I Social, il WEB, le fake news, i giornalisti disonesti (tipo Fubini), le chiacchiere del bar fanno presa sulla pigrizia, da cui deriva per prima l’ignoranza e quindi l’incapacità di giudizio.
    E’ questo -a mio avviso- il nocciolo del problema.
    Mi piace la tua “impostazione” proprio perché tende ad annullare la pigrizia stimolando la curiosità.
    Buon lavoro!

  3. I social influenzano l’opinione pubblica, i giornali pure ma … un articolo non è verità assoluta certo è che anche gli studi e ricerche più seri qualche volta sono ….pelosi … però i volumi di indagine scientifica mettono a confronto varie ricerche spesso contrastanti … per pelosità ed anche per effettive contraddittorietà dei risultati a questo proposito Ti invio un mio scritto nato per mia attività politica.

    LE ORGANIZZAZIONI COMPLESSE FELICI PRODUCONO NUOVA FELICITA.
    COME DOVREBBE ESSERE UN’ORGANIZZAZIONE VALOROSA !!!

    Aziende, Cooperative, Enti, Associazioni, Partiti, Movimenti Maturi sono quelli ove nuove tecnologie diventano routine vale a dire che il Divenire Aziendale Matura in procedure codificate e/o documentate. Le Procedure documentate consistono in una descrizione delle modalità operative che vengono realizzate in azienda per mantenere sotto controllo individuati e precisi processi, sono, in soldoni, La Distinta Base, fondamentale nei processi di produzione tecnica (Bulloni, Ingranaggi, Sigarette, Giornali ecc…) ovvero il controllo in itinere dell’attività commisurando sommatoria dei costi (materiali, energia, lavorazioni ecc.). Le indagini diagnostiche svolte in tutte il mondo dimostrano che le strutture organizzative serene offrono redditività aziendale e qualità del prodotto quindi il Bell’Essere aziendale si riverbera in tutto il sistema sociale.

    La descrizione delle Attività e Procedure è estremamente chiara e semplice nei contenuti, in particolare, deve indicare:
    1) le modalità da seguire per svolgere una attività
    2) i criteri che devono essere soddisfatti nello svolgimento delle attività
    3) le responsabilità di chi deve effettuare specifiche azioni necessarie per lo svolgimento delle attività
    4) la documentazione che deve essere prodotta per dimostrare che le attività previste sono state svolte, riporta l’esito di eventuali prove effettuate.
    Oltre a ciò, le procedure devono essere redatte in coerenza precisi e coerenti disciplinari: pratica e prassi ed inoltre è fondamentale rispettare un concetto fondamentale della teoria della complessità : l’ Auto Organizzazione.
    L’auto Organizzazione è la proprietà manifestata da alcuni sistemi complessi formati da molteplici elementi che interagiscono tra loro, di sviluppare strutture ordinate da situazioni caotiche. Questi sistemi sono capaci di creare organizzazione e strutturazione facendo crescere la complessità interna anche quando i singoli elementi del sistema si muovano in modo autonomo ed in base a regole puramente locali. Un sistema autoorganizzante è un sistema che tende a migliorare le sue capacità nel corso del tempo organizzando meglio i suoi elementi per raggiungere l’obiettivo OVVERO per migliorare le prestazioni, senza un aiuto esterno, mentre tende verso l’obiettivo. Le procedure codificate si controllano ma tutto il resto … , l’azienda, la struttura organizzata è ben altro, le MECCANICHE RAZIONALI vedono solo una parte dell’organizzazione aziendale, ad esempio non vedono il microclima, il sentimento del potere, il potenziale del capitale umano che sono parte essenziale del capitale aziendale come l’intelligenza emotiva ed i sistema di valori per … garantire … la RESPONSABILITA’ SOCIALE DELL’IMPRESA; ASSOCIAZIONE; ENTE; PARTITO; ORDINE Rel. cioè delle, al contempo, caotiche e ordinate Strutture Organizzate …. Efficienti ed Efficaci.
    I Partiti Politici partoriti in perenne Subbuglio creativo da questo Soqquadro devono trarre risultati Efficienti ed Efficaci per i Sistemi: Comune, Metropoli, Regione, Stato, Federazione, Organizzazioni Nazionali ed Internazionali, L’INTEGRALE ZIBALDONE è, necessariamente, ricondotto ad un Sistema con i mezzi per risolvere … fornendo numeri, entità alle varie variabili ed incognite…. smettendo le solite sparate: Faremo il Ponte sullo Stretto: COME …

    Elaborato, figlio di 1000 madri e padri, da Giuseppe Parisi

    1. Leggerò lo scritto con calma, grazie intanto per la condivisione.

      …però non puoi confrontare quotidiani e social.
      C’è un mondo di differenza tra quotidiani (spesso dichiaratamente) politicizzati (ma si possono/debbono leggere di diversi, come stampo ed estrazione) la cui lettura è intenzionale e la possibilità che i social ti inviino informazioni selezionate ad hoc grazie allo studio dei tuoi like (fake o meno che siano).
      Sono inconfrontabili.
      E la seconda è un vero e proprio pericolo per la democrazia.

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